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La 65esima edizione del salone nautico di Genova è ricchissima di innovazione confermando la sua vocazione di essere vetrina e trampolino anche per le startup che a vario titolo portano tecnologie, idee, progetti, soluzioni al mondo della nautica.
Non solo startup, la partnership tra l’America’s Cup che si svolgerà nella sua 38 edizione nel 2027 nelle acque del golfo di Napoli e Confindustria nautica sottolinea l’impegno e la sinergia di un settore che è sempre più internazionale e capace di consolidare la sua posizione di primato a livello globale. E poi tra le tantissime barche in esposizione, alcune caratterizzate da soluzioni davvero innovative come il ‘garage’ per il tender sulle barche a vela, i motori elettrici fuoribordo per i tender e altre soluzioni che rendono la vita a bordo più semplice e anche ecologica, quest’anno da segnalare anche la presenza della nave Bruno Gregoretti della Guardia Costiera, un vascello del 2013 lungo quasi 63 metri con una velocità massima di 15 nodi che viene utilizzato per missioni a tutela dei mari dalla pesca illegale e in teatri dove è richiesta attività di SAR (search and resque, quindi ricerca e soccorso), è stato possibile visitare la nave grazie alla disponibilità e l’impegno dell’equipaggio che è composto da 31 persone.

Le startup
Così come lo scorso anno le startup disponeva do un’area specifica al mezzanino del padiglione blu e hanno anche avuto il loro momento pubblico in cui hanno presentato i loro progetti e tecnologie. Abbiamo incontrato alcune di loro come Lakenergy guidata da Roberto Canu che dal 2021 sviluppa imbarcazioni a propulsione elettrica specificamente progettate per la navigazione lacustre: Una sfida impegnativa che si realizza con la presenza di 11 imbarcazioni presenti sul lago Maggiore, sul lago d’Orta e su quello di Garda. Il business model principale è di tipo B2B2C, basato su accordi tra Lakenergy e partner territoriali, principalmente strutture turistiche come hotel, campeggi, ristoranti e marine”.
C’è poi P2M la cui CEO Marialuisa Francia spiega che il progetto è quello di realizzare un sistema per tracciare le informazioni relative alla vita delle barche in modo da sapere tutto su manutenzione ordinaria e straordinaria, storia operativa: “Abbiamo sviluppato una tecnologia pensata appositamente per la nautica perchè noi veniamo dal settore dei cantieri nautici e quindi abbiamo esperienza relativamente ai problemi che ci sono quando si tratta di conoscere la storia delle barche, cosa che ci ha permesso anche di sviluppare questa soluzione che si concretizza in un dispositivo che viene inserito nella struttura dei natanti e che contiene tutte le informazioni che possono essere così lette in ogni momento”.
Decisamente innovativa anche la foil-bike di Kosmos che mette in mostra al salone il prototipo di quello che sarà il dispositivo finale che sarà dotato anche di motore per la pedalata assistita: “proprio come una e-bike ma con i foil per scivolare sull’acqua invece che le ruote – dice il CEO e fondatore Carlo Cauchi – che anticipa che il prodotto finale sarà disponibile nei prossimi mesi”.
Nicola Azzaro, fondatore e designer della società che porta il suo nome Nicolazzaro ha messo a punto e brevettato un nuovo materiale che consente di portare l’illuminazione dove prima era impossibile o molto difficile, si pensi per esempio ai corrimani delle scale o delle balaustre, una soluzione tecnica brevettata che piace molto ai designer di imbarcazioni, sopratutto di quelle di alta gamma: “abbiamo ricevuto grande interesse e siamo già in trattativa con grandi cantieri di cui ancora non posso fare il nome”, dice.
ElectriFly, guidata dal CEO e co-fondatore Mauro Bonfanti insieme al co-fondatore Francesco Miosi, sta sviluppando un sistema di sostentamento magnetico per propulsioni marini, progettato per eliminare completamente cuscinetti e guarnizioni: “La nostra soluzione innovativa riduce attriti e interventi di manutenzione, aumentando l’efficienza e l’affidabilità operativa. Inoltre, la tecnologia favorisce la sostenibilità ambientale, poiché elimina gli strisciamenti meccanici e l’uso di oli lubrificanti o sostanze inquinanti”.
Nell’area startup anche Ohoskin con il suo co-fondatore e COO Stefano Mazzetti che illustra come la startup che produce materiali naturali simili alla pelle è interessata al settore nautico: “Il mercato globale degli imbottiti nautici vale circa 1,2 miliardi di dollari e arriverà a 2 miliardi di dollari entro il 2032, con crescita annua del 5–6%. L’Europa guida con oltre il 30% quindi circa 400 milioni di dollari, la sostenibilità sta cambiando la domanda: il 70% degli armatori di yacht di lusso la considera come un criterio decisivo; oltre il 40% delle nuove commesse integra già bio material o soluzioni volte alla sostenibilità. Entro il 2030, soluzioni bio‑based arriveranno a rappresentare circa il 20–30% del mercato. Qui l’opportunità: alternative premium, durevoli e sostenibili come Ohoskin rispondono sia alle esigenze tecniche della nautica sia alle nuove aspettative del lusso consapevole, noi presentiamo sette articoli dedicati al settore: per arredi interni (pannellature, sedute, boiserie) e cuscinerie esterne con caratteristiche che comprendono resistenza alla luce solare, certificazione ignifuga, resistenza all’usura, tutte testate e certificate”. Quello di Ohoskin è un caso emblematico di come materiali bio-based, quindi frutto degli scarti dei processi agricoli possono arrivare fina a un settore come quello nella nautica che richiede dati tecnici misurabili e che al tempo stesso è sempre più sensibile non solo al design e alla qualità della manifattura italiana ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale che nel mondo dello yachting è tema sempre più sentito.
Altre innovazioni arrivano da Belisama Yacht che sviluppa vascelli modulari a basso impatto ambientale, alimentati con propulsori elettrici e adatti a scopi sia di diporto sia professionali, il primo prototipo di questo concetto progettuale e produttivo è il Cyber Cat, un catamarano capace di trasportare cose e persone e di navigare in acque poco profonde o in zone sensibili senza problemi e senza impatto.
Blue Gold è la startup che ha messo a punto una tecnologia per la gestione digitale delle risorse idriche, un sistema che consente di ottimizzare l’acqua e di gestirla in modo efficace ed efficiente, una soluzione tecnologica già attiva che si dimostra ideale per applicazioni come l’agricoltura, i sistemi anti incendio, l’irrigazione del verde pubblico ma anche le strutture e gli impianti come per esempio i porti e le marine.
Antares Electrolysis è la startup guidata dal CEO Andrea Riva che sviluppa una tecnologia per la produzione di elementi come idrogeno, ammoniaca, nitrati, monossido di carbonio che servono per produrre energia pulita, sistemi che in parallelo con altre soluzioni per l’alimentazione pulita possono garantire una maggiore continuità e affidabilità, si tratta di una tecnologia decisamente sofisticata che ha applicazioni specifiche in ambito nautico.
Infine Next 3d printed footwear che propone una serie di modelli di calzature stampate in 3d che si dimostrano perfette per l’uso quando si è nelle imbarcazioni dove è sempre opportuno evitare di utilizzare scarpe di tutti i giorni ma anche, soprattutto nelle imbarcazioni a vela, muoversi a piedi scalzi.
America’s Cup
Il 65 esimo salone nautico di Genova ha fatto la sua parte nel sostenere la 38 esima edizione dell’America’s Cup che si terrà a Napoli nel 2027 . Non solo ha ospitato la conferenza di presentazione della coppa al pubblico per due giorni di seguito, il sabato e la domenica al fine di illustrare ai presenti l’importanza di questo avvenimento ma ha anche messo in mostra la gloriosa coppa che è il simbolo principale del trofeo sportivo più antico del mondo ed è stata vetrina dell’importante annuncio che vede Confindustria nautica diventare strategic marine Industry advisor partner della competizione in collaborazione con gli organizzatori della America’s Cup Events (ACE).

L’accordo prevede che Confindustria nautica supporterà ACE nell’individuazione di opportunità di collaborazione industriale, commerciale e tecnica con i principali operatori italiani del settore nautico agendo direttamente o attraverso “I Saloni Nautici Srl”, la sua società interamente controllata.
Grant Dalton, CEO di America’s Cup Events ha detto nel corso dell’evento della domenica: “Oggi i due team più forti sono Emirates Team New Zealand e Luna Rossa. Faccio fatica a pensare che un altro team, se non Luna Rossa, possa vincere la Challenger Series per poi sfidare Emirates Team New Zealand nella finale di Coppa America. Prima di tutto perché è un team molto ben organizzato e strutturato, poi perché sia la squadra dei giovani sia delle donne di Luna Rossa, che hanno vinto nel 2024, sono stati assolutamente dominanti. Tutti i team sportivi devono investire nei giovani e nelle donne. Napoli è un campo di regata perfetto. Ho notato una passione in questa città che non è facile trovare in nessun’altra parte nel mondo: sono sicuro che Napoli regalerà questo calore anche alla Coppa America. Apprezzo l’industria nautica italiana e questo Salone che hanno raggiunto un altissimo livello grazie a un mix di design, innovazione e gusto. Complimenti a tutti, sono contento che la Coppa sia in Italia e spero di vedervi tutti a Napoli”.
Industria nautica
La stretta di mano tra Dalton e il presidente di Confindustria nautica Pietro Formenti ha sancito l’accordo, un accordo che arriva ad arricchire una serie di altre iniziative che Confindustria nautica a annunciato durante le giornate del salone nautico come la partecipazione alla conferenza mondiale degli approdi turistici, l’accordo con Federagenti che riunisce gli agenti e intermediari marittimi, e la presentazione del circuito dei saloni nautici territoriali che comprende le tappe della Fiera nautica di Sardegna (Marina di Porto Rotondo 7-10 maggio 2026), del Salone nautico di Puglia (Brindisi 9 -13 ottobre 2025 ), del Salone nautico del Mediterraneo (Catania 27/28 febbraio – 1° marzo, 5/8 marzo 2026), di Sottocosta a Marina di Pescara (24 – 26 aprile 2026), del Salone nautico di Sicilia (Castellammare del Golfo, 16 – 19 ottobre 2025); dei Boat Days (Civitavecchia 20/22 marzo e 27/29 marzo 2026) e del Salerno Boat Show in programma a Marina d’Arechi dall’1 al 9 novembre 2025, giunto quest’anno alla sua nona edizione.
“I dati di consuntivo 2024 della nautica da diporto sono positivi: il fatturato del comparto industriale italiano è cresciuto del 3,2%, toccando il massimo storico di 8,60 miliardi di euro – dichiarato in una nota Formenti – La crescita è stata trainata dall’alto di gamma e dal segmento dei superyacht, che si confermano leader globali, mentre la piccola industria nautica ha registrato un calo di fatturato intorno al -10%. Le difficoltà di questo segmento derivano da una combinazione di fattori, fra cui l’interferenza in alcuni mercati di elevati stock di unità da diporto, le crescenti tensioni geopolitiche, il calo della consumer confidence, unitamente a un regime normativo nazionale ancora troppo burocratizzato”.
Stefano Pagani Isnardi, direttore dell’Ufficio studi di Confindustria nautica, ha illustrato il quadro di contesto: “Sulla base del sentiment dei principali operatori italiani, le cause della sofferenza della piccola industria nautica, unite agli effetti dell’incertezza commerciale dei dazi americani, potrebbero determinare un rallentamento del comparto a livello globale anche nel 2025. Gli imprenditori si aspettano però una ripresa già nel biennio 2026/2027: i prodromi di questa inversione di tendenza potrebbero già essere visibili dalle performance del nostro Salone Nautico Internazionale, dove i nuovi modelli e una forte attenzione alle nuove richieste e tendenze del mercato potrebbero innescare una rinnovata fiducia nel comparto da parte degli armatori”.
Il 2024 ha consolidato la fase di normalizzazione della crescita dopo il lungo ciclo post-pandemico che ha visto il raddoppio del fatturato in quattro anni. Le analisi confermano la tenuta complessiva dell’industria nautica italiana e l’evidente differenziazione tra la fascia alta e la piccola industria nautica. Il fatturato complessivo (8,60 miliardi di euro) ha avuto come destinazione il mercato domestico per 2,55 miliardi di euro (pari al 29,7%) e i mercati esteri per 6,05 miliardi di euro (pari al 70,3%).
L’87,8% del fatturato complessivo del settore è stato realizzato dalla produzione nazionale che è stata pari a 7,55 miliardi di euro e l’internazionalizzazione del settore risulta evidente dalla quota destinata all’export pari al 78% (5,90 miliardi). Gli addetti effettivi hanno raggiunto le 31.480 unità (+2,6%) e il contributo al PIL è salito a 7,40 miliardi di euro (3,37‰ del PIL nazionale).
Fra i principali driver della performance 2024, va segnalato il ruolo della cantieristica: il segmento della costruzione di nuove unità ha raggiunto i 5,4 miliardi di euro; l’89% della produzione nazionale della cantieristica italiana è stata collocata sui mercati esteri.
“Nel 2024 l’Italia si è confermata primo Paese esportatore al mondo nella cantieristica nautica – commenta Marco Fortis, direttore e vicepresidente di Fondazione Edison – L’export delle imbarcazioni da diporto e sportive ha superato i 4,3 miliardi di euro (+7,5% sul 2023), con una propensione all’export della produzione nazionale attorno al 90%. Gli USA restano tra i mercati più rilevanti, in particolare per le unità sotto i 24 metri, sebbene le incertezze tariffarie abbiano influenzato gli ordinativi; ciò rafforza l’esigenza di diversificare i mercati di sbocco e valorizzare il ruolo delle fiere di settore quali piattaforme di business e di nuove partnership internazionali”.
A conferma della leadership del nostro Paese nel settore specifico delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo il Global Order Book 2024, la speciale classifica elaborata annualmente dalla rivista Showboats International, ha posizionato l’industria italiana al top mondiale per ordini di superyacht, con 572 yacht in costruzione, pari a una quota del 50%. Seguono la Turchia (con 146 yacht in costruzione), i Paesi Bassi (69 yacht) e il Regno Unito (81 yacht).
Le imbarcazioni da diporto e sportive rientrano inoltre tra i settori che dall’inizio del nuovo millennio hanno registrato le maggiori crescite dell’export: considerando unicamente i settori manifatturieri più rilevanti per la bilancia commerciale italiana, vale a dire quelli che presentano nel 2024 un surplus commerciale superiore a 2 miliardi di euro, il comparto delle imbarcazioni da diporto e sportive si è posizionato infatti al quinto posto per crescita dell’export; in particolare, le esportazioni del settore sono passate dagli 850 milioni di euro nel 2000 ai 4,3 miliardi del 2024, registrando una crescita pari al +405,8% in termini nominali.
Gli armatori italiani
I dati dell’industria sono fondamentali ma lo sono anche quelli di chi poi acquista le barche e lo studio che disegna il profilo degli armatori italiani contiene spunti interessanti. L’indagine realizzata dall’Osservatorio nautico nazionale di Confindustria nautica è stata condotta incrociando variabili come genere, provenienza geografica, dimensione e tipologia dell’imbarcazione, motorizzazione e anno di costruzione, con approfondimenti sulle specificità territoriali. Due ulteriori focus interessano definizione di profili tipo per ciascuna macroarea e i diportisti under 40, che rappresentano un segmento minoritario, ma rilevante per le strategie di rinnovamento e inclusione generazionale nel comparto.
Dallo studio è emerso che l’80% degli armatori italiani ha più di 50 anni, con una concentrazione particolarmente marcata nella fascia 60-75 anni; le donne rappresentano una quota minoritaria (13%), ma sono in crescita e mediamente più giovane. Sono prevalentemente residenti in grandi centri urbani, primi Roma e Milano, mentre per macro area geografica si registra una leggera prevalenza del nord-est. Mediamente possiedono un’unità di 10-12 metri, motorizzata entrobordo, costruita tra il 2000 e il 2009.
Il proprietario tipo di unità da diporto è prevalentemente di genere maschile (87%) e di età compresa tra 60-75 anni per il 45%. Gli armatori della fascia 50-59 anni rappresentano il 26%, i 40-49enni sono il 10%, mentre la fascia dei 30-39 anni non supera il 4%. Le donne costituiscono una quota in crescita e la loro distribuzione anagrafica appare più bilanciata verso la componente 50-59 anni, con la fascia 40-49 anni che si attesta attorno al 15%, con un dato ben superiore alla media nazionale.
Interessante il confronto con l’età del visitatore del Salone nautico internazionale che in questa 65esima edizione ha registrato 124.248 sono visitatori (+2,8%), dato che si unisce ai numeri di un evento che ha raggiunto la sua piena affermazione: oltre mille imbarcazioni esposte, 23 nuovi cantieri, espositori da 45 Paesi hanno trasformato il Salone in un palcoscenico unico per l’innovazione internazionale e per il made in Italy, decisamente più giovane, che nel 2024 ha registrato una media di 50 anni, la fascia più numerosa è quella dei 55-64enni, che rappresentano il 34%, mentre con i 25-44enni costituiscono il 22% (GRS Research & strategy per I Saloni Nautici, 2024).
Il Mezzogiorno si distingue come la macroarea con la quota più elevata di giovani diportisti under 40, in particolare nella fascia 30-39 anni, e da solo raccoglie oltre il 25% del totale nazionale, seguito dal nord-est (18%). Roma, Napoli e Trieste mostrano valori significativamente superiori alla media. Le fasce 20-29 anni e under 20 sono invece fortemente marginali in tutte le macroaree geografiche, con valori sempre inferiori al 5%, con la migliore performance segnata da Napoli, Trieste e Milano.
Circa il rapporto tra anagrafica e dimensione dell’unità, la differenza è marcata agli estremi dello spettro, con i titolari di unità superiori ai 24 metri che presentano un’età media di oltre 68 anni e coloro che possiedono natanti sotto i 10 metri immatricolati che si attestano intorno ai 58 anni, mentre si uniforma per le fasce di età intermedie.
Nonostante il concetto di nautica sia associato alla stabilità economica e a una certa capacità di spesa, lo studio evidenzia come l’acquisto della barca non sia soltanto legato al reddito. La correlazione tra anagrafica degli armatori e retribuzione media della categoria dirigenti censita dell’ISTAT suggerisce un andamento non proporzionale della crescita nelle attività nautiche all’aumentare del reddito nella fascia 40-50 anni. Risulta evidente uno stacco netto nella propensione al diportismo tra over e under 50.
La distribuzione geografica risulta piuttosto equilibrata, con il nord-est che raccoglie il 25% degli armatori, seguito dal centro (24%), nord-ovest (21%) e dal Mezzogiorno (20%), mentre l’Italia insulare si attesta sul 10%. L’analisi dei dieci Comuni con maggiore incidenza conferma il ruolo dei grandi centri urbani, con, nell’ordine, Roma, Milano e Napoli in testa, che da sole rappresentano circa un terzo del sotto-campione, a dimostrazione del fatto che il diporto si configura come fenomeno fortemente metropolitano. Seguono Trieste, Genova, Torino, Venezia, Padova, Palermo e Firenze.
Il 35% del totale delle unità da diporto è stata costruita prima del 2000, meno del 10% dopo il 2020. La motorizzazione entrobordo rappresenta la scelta prevalente, adottata sul 73% delle unità. Circa le preferenze generazionali, la propulsione a motore mostra la concentrazione più marcata tra gli utenti di 60-75 anni. Le barche a vela evidenziano invece una maggiore distribuzione trasversale tra le fasce di età, con un’attrazione verso un pubblico più diversificato.
Rispetto alla media nazionale, la barca a motore è scelta maggiormente nel Mezzogiorno, 73%, e nelle due Isole maggiori, 61%; nel nord est, nord ovest e centro la percentuale si assesta al 52-55% e la vela guadagna maggiori spazi di mercato. Circa la potenza installata, la categoria più rappresentata è quella del 251-999 CV, che comprende oltre il 35% delle unità, seguita dalla fascia 40-115 CV con un 22%.
Dall’analisi degli ormeggi stanziali (home port) si evince la pressione in tutto il centro-nord della Penisola e la provincia di Napoli, mentre la situazione si capovolge rispetto agli ormeggi in transito, dove il Mezzogiorno risulta deficitario.
Dal punto di vista dell’attrattività del registro di bandiera italiano si segnala che solo il 2% degli armatori iscritti è di residenza straniera, comunitaria o extra-UE e dal 2015 si segnala una forte riduzione delle immatricolazioni che ha interrotto la correlazione con la crescita del fatturato registrata tra il 2000 e il 2007. In quel periodo il settore mostrava una fase espansiva, sia in termini di produzione sia di fatturato e le iscrizioni annuali raggiungevano il loro massimo nel 2006, con oltre 800 nuove unità iscritte ogni anno.
A partire dal 2009 il fatturato segue una traiettoria discendente fino al 2014, riconducibile alla crisi economico-finanziaria globale, alle politiche fiscali interne (in particolare la c.d. tassa Monti) e, parallelamente si osserva un crollo significativo del numero di imbarcazioni iscritte, con valori che precipitano sotto le 200 unità annue tra il 2012 e il 2014. Dal 2015 il fatturato torna progressivamente a crescere e nel 2024 raggiunge il record storico di 8,6 miliardi di euro, mentre le immatricolazioni aumentano solo marginalmente, mantenendosi comunque su livelli estremamente ridotti rispetto al passato.
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