Frontier, l’Advance market commitment (AMC) fondato da Stripe, Google, Shopify, Meta, McKinsey e da decine di migliaia di aziende che utilizzano Stripe Climate e che mira ad accelerare lo sviluppo di tecnologie per la rimozione del carbonio garantendo una domanda futura rende noto di avere stanziato oltre un miliardo di dollari per la rimozione permanente della CO2 dall’atmosfera (carbon removal) entro il 2030.
Nel quadro ti tale iniziativa Frontier ha firmato un accordo da 500mila dollari per l’acquisto anticipato di carbon removal con Limenet, startup che ha sviluppato una tecnologia innovativa per la produzione di calce green, ovvero a zero emissioni, che può essere usata per la rimozione della CO2 dall’atmosfera e il suo stoccaggio in mare attraverso un processo chimico naturale con potenziali benefici per l’ecosistema marino.
Obiettivo di Frontier è inviare un forte segnale di domanda a ricercatori, imprenditori e investitori sul fatto che esiste un mercato in crescita per queste tecnologie. Proprio per questo il suo processo di selezione è altamente selettivo. Frontier collabora con esperti scientifici esterni per valutare le aziende secondo criteri rigorosi, tra cui la durabilità ovvero la capacità di garantire un permanenza della CO₂ stoccata per almeno mille anni, la probabilità di raggiungere costi ridotti, la scalabilità, la sicurezza ambientale, il coinvolgimento della comunità e la capacità di esecuzione.
Limenet è la prima azienda italiana a entrare nel portafoglio di Frontier, la sesta in Europa a ottenere un accordo di acquisto anticipato, e la seconda startup ocean-based europea selezionata da Frontier. Limenet venderà 330 tonnellate di rimozione di carbonio, per un valore di 500mila dollari.
Questa quantità di CO₂ equivale alle emissioni generate da 150 voli andata e ritorno tra Roma e New York. Frauke Kracke, science lead di Frontier (nella foto), dice in una nota che la decisione di Frontier è stata guidata dal fatto che: “Limenet sta sviluppando un forno di calcinazione elettrico innovativo per produrre calce green, che potrebbe rappresentare una svolta fondamentale per scalare diversi approcci di CDR (carbon dioxide removal), inclusa l’alcalinizzazione degli oceani. Il team di Limenet ha dimostrato ottima execution per realizzare il progetto, e siamo entusiasti del potenziale di questa tecnologia per decarbonizzare una catena di approvvigionamento strategica per l’industria della rimozione del carbonio.”
“Siamo estremamente orgogliosi di vedere il nostro impegno riconosciuto da un attore così rilevante nel nostro settore – afferma Stefano Cappello, CEO di Limenet – Questo traguardo rappresenta un passo fondamentale per la nostra azienda e un forte riscontro positivo del nostro approccio nel settore globale della rimozione di CO2 (CDR). Iniziare a collaborare con un leader come Frontier, la cui visione e costante impegno nell’implementazione di azioni per il clima ci ispira, ci motiva a continuare a perseguire il nostro percorso e a ottenere risultati sempre più significativi”.
La selezione da parte di Frontier segue il grande traguardo raggiunto da Limenet sul fronte scientifico. A inizio giugno sono stati infatti diffusi i primi risultati positivi di studi scientifici che confermano la sicurezza della tecnologia di stoccaggio della CO₂ nel mare della società e la sua compatibilità con la protezione degli ecosistemi marini. Il primo dei due studi è stato condotto nel 2024 a La Spezia in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca. I risultati emersi da questa prima sperimentazione mostrano che trattamenti come quello sviluppato da Limenet, basati su soluzioni a pH equilibrato, possono contribuire a rendere più stabili e resilienti le comunità di fitoplancton, soprattutto in ambienti portuali, supportando il sequestro del carbonio e contrastando l’acidificazione (fonti: Groppelli et al. The response of phytoplankton to pH-equilibrated Ocean Alkalinization: a mesocosm experiment with harbour waters, Marine Pollution Bulletin). Il secondo è stato condotto sulle acque prodotte dall’impianto operativo di Augusta con il supporto dell’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie (IRBIM) del CNR di Messina, a conferma del concreto impegno dell’azienda nella tutela degli ambienti marini. Questa seconda sperimentazione è partita dal test su diversi campioni di acqua, dopo il trattamento con la tecnologia sviluppata da Limenet, per valutarne la possibile tossicità su diverse specie marine. Sebbene i dati siano preliminari, evidenziano che l’acqua trattata e rilasciata dal processo Limenet non provoca, nelle concentrazioni analizzate, effetti negativi su nessuno degli organismi indicatori, appartenenti ai differenti livelli evolutivi in studio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA