IA, occupazione, startup, ecco il rapporto di EIT Health e EIT Digital

Il rapporto “AI Skills and Occupations in the European Start-up Ecosystem” (competenze e professioni nel campo dell’intelligenza artificiale nell’ecosistema delle startup europee), basato sui dati raccolti da 23mila professionisti di 3600 startup europee mette in luce diversi aspetti nell’ambito della relazione tra competenze, uso dell’intelligenza artificiale e occupazione nelle startup.

Secondo il report realizzato da EIT Health con la collaborazione di EIT Digital le competenze tecnologiche da sole non bastano: ove ci si concentra solo sulle competenze digitali di base, come la programmazione o l’informatica, si tende a restare indietro. Il vero vantaggio deriva dalla combinazione di tecnologia, comunicazione, creatività e pensiero strategico. Sorprendenti lacune nelle competenze trasversali stanno frenando la crescita: aspetti come la pianificazione di eventi, le conoscenze giuridiche, il lavoro di squadra e l’etica sono assenti in molti contesti incentrati sull’IA.

Le competenze STEM e legate alle scienze della vita sono forti motori di innovazione: le aree con una maggiore esperienza in ingegneria, scienza e sanità superano costantemente le altre in termini di successo nell’IA. Anche nelle aree dell’Unione più avanzate mancano la formazione in materia di diritto e governance dell’IA: senza maggiori investimenti in settori come la regolamentazione dell’IA, l’Europa rischia di costruire strumenti potenti senza i quadri normativi necessari per guidarli.

Con la nuova strategia dell’UE per le scienze della vita pubblicata la scorsa settimana, che sottolinea l’importanza di sfruttare l’IA per sostenere la ricerca e l’innovazione garantendo competenze adeguate, il rapporto rappresenta un’analisi tempestiva su un’area di interesse fondamentale per l’UE.

I dati relativi ai profili professionali analizzati operanti nel settore dell’intelligenza artificiale rivelano che i migliori innovatori europei in questo campo combinano competenze tecniche con competenze multidisciplinari specifiche del settore e soft skill, superando in termini di prestazioni coloro che si affidano esclusivamente a competenze tecniche e informatiche generali. 

Sebbene le competenze tecniche relative alla codifica, alla programmazione e all’apprendimento automatico siano comuni, le startup nel campo dell’intelligenza artificiale che le combinano con competenze settoriali, per esempio nel settore sanitario, ingegneristico o manifatturiero, e con competenze trasversali più ampie, come la gestione dei progetti e la comunicazione, sono protagoniste di una maggiore produzione di innovazione. 

I risultati sono stati ottenuti utilizzando la piattaforma SkillSync di EIT Health, strumento progettato per valutare e prevedere le competenze necessarie per guidare l’economia europea dell’IA. Il rapporto incrocia i profili di competenze con il quadro europeo dell’innovazione per evidenziare quali capacità della forza lavoro sono più fortemente legate alle prestazioni in materia di innovazione. 

“La competenza nelle competenze IT generali da sola non stimola l’innovazione. Per sbloccare veramente il potenziale dell’IA, dobbiamo andare oltre le semplici competenze digitali e coltivare capacità avanzate e interdisciplinari che riflettano le esigenze e le opportunità del mondo reale di ogni settore”, afferma in una nota Magí Lluch-Ariet, responsabile dei dati presso EIT Health. 

Il rapporto suggerisce come colmare le lacune locali in termini di competenze per promuovere l’innovazione. Per esempio, le startup dell’Europa orientale potrebbero trarre vantaggio da un’attenzione particolare alle competenze “soft” multidisciplinari e alle competenze specifiche del settore. Ciò consentirebbe loro di sviluppare le loro solide competenze di base, per esempio nel campo dell’information communication technology, che sono estremamente diffuse nelle startup di IA, anche se non correlate alla produzione innovativa di per sé. 

“L’innovazione non avviene in modo isolato. In EIT Health, attraverso i nostri programmi, vediamo che il vero impatto deriva dal riunire istruzione, ricerca e business in modo pratico. Questo rapporto rafforza l’idea che non si tratta solo di collegare questi settori, ma di consentire il flusso di competenze tra di essi. Che si tratti di IA nel settore sanitario o di altre tecnologie all’avanguardia, le innovazioni di maggior successo sono guidate da capacità diverse e applicate, tecniche, scientifiche, manageriali, che i nostri programmi sono progettati per coltivare e fornire”, dice Graham Armitage, director of delivery, EIT Health.

Il rapporto “AI Skills and Occupations in the European Start-up Ecosystem” è scaricabile nella sua interezza a questa pagina web. (foto di Steve Johnson su Unsplash)

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