Falso digitale, quando la pirateria incontra il design 3D

L’industria del design e della produzione si trova oggi al centro di una rivoluzione digitale che offre infinite opportunità di visualizzazione e prototipazione attraverso modelli 3D. Tuttavia, questa evoluzione porta con sé anche il rischio crescente di una nuova forma di pirateria: la vendita e distribuzione non autorizzata di copie digitali 3D di prodotti noti e affermati.

Il fenomeno, definito come ‘falso digitale’, interessa numerosi settori, dal design e arredamento, alle auto, borse, scarpe, elettrodomestici, giocattoli ed elettronica. Le copie digitali dei prodotti sono importanti perché impiegate sia per facilitare la vendita sia come elementi di integrazione in software di progettazione che rendono più realistico il risultato finale, si pensi per esempio ai rendering utilizzati per la visualizzazione architettonica e i progetti di interior design.

Il mercato globale degli asset digitali 3D (modelli, texture, animazioni) è previsto raggiunga circa 31,3 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita stimata fino a 66,5 miliardi entro il 2030, a un tasso di crescita annuo (CAGR) superiore al 13% (fonte: MarketResearch.com). Il segmento specifico dei modelli 3D venduti digitalmente vale circa 11,75 miliardi di dollari nel 2023, con previsioni di crescita fino a 20,25 miliardi entro il 2031 (CAGR 8%) (fonte: Verified Market Research). Nel settore del design e arredamento, il mercato della mobilia personalizzata e dei configuratori 3D vale circa 35,3 miliardi di dollari nel 2024, con proiezioni fino a 98,3 miliardi entro il 2033 (CAGR 12,05%) (fonte: Imarc Group). Questa espansione è trainata dalla crescente domanda di modelli ad alta fedeltà per rendering fotorealistici e ambienti virtuali come il metaverso.

La pirateria digitale coinvolge un ampio spettro di prodotti: mobili iconici, automobili, abbigliamento e accessori, prodotti di elettronica di consumo, elettrodomestici e persino giocattoli. Le piattaforme digitali che offrono repliche non autorizzate espongono le aziende originali a significativi danni economici e reputazionali. Tra i più colpiti figurano i prodotti made in Italy, celebri per il loro design unico e l’artigianalità riconosciuta globalmente, che risultano i più copiati anche nel digitale, causando così una perdita significativa di controllo e ricavi in un mercato in cui l’Italia dovrebbe invece essere leader assoluto.

La vendita e l’uso di modelli digitali 3D non autorizzati costituiscono una violazione diretta della proprietà intellettuale. Le aziende colpite devono affrontare perdite economiche rilevanti, costi legali significativi e danni al brand derivanti dall’uso improprio o inaccurato dei loro prodotti.

Per contrastare il fenomeno, alcune piattaforme adottano un modello basato su licenze esclusive e certificazioni garantendo che ogni replica digitale 3D sia autorizzata e corredata da informazioni tecniche precise. Un esempio è rappresentato dalla piattaforma R3PLICA sviluppata dall’omonima startup italiana, che opera principalmente nel settore del design e arredamento e il cui CEO Federico Crociani dice a Startupbusiness: “Ogni giorno troviamo prodotti digitali fake, noi lavoriamo molto per sottoscrivere accordi di collaborazione e di licenza d’uso con i produttori di arredamento e componenti d’arredo al fine di poterli inserire nella nostra piattaforma a beneficio dei progettisti, ed è un aspetto importante della nostra offerta, trovarsi però poi a competere con chi non rispetta le regole è sempre spiacevole e complica le cose”.

Il fenomeno del falso digitale è sempre più al centro dell’attenzione di chi opera per contrastarlo, promuovendo un ruolo crescente degli standard aperti (come Universal Scene Description, MaterialX, GL Transmission Format) per garantire interoperabilità e tutela della proprietà intellettuale in modo efficace.

Proteggere la proprietà intellettuale nel mondo digitale è cruciale non solo per salvaguardare il valore economico dei prodotti, ma anche per preservare l’integrità e la reputazione dei marchi. È fondamentale promuovere la diffusione di piattaforme certificate e regolamentate che permettano un mercato sicuro e sostenibile per tutti i settori produttivi coinvolti nella trasformazione digitale.

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