Brainyware, ecco l’intelligenza artificiale privata per le aziende

Si chiama Private AI, quindi intelligenza artificiale privata, e indica quel modello dove i dati utilizzati come base per il sistema restano all’interno del perimetro aziendale al fine di garantire non solo la sicurezza e la privacy dei dati ma anche la loro piena validità, quindi di fonte affidabile per il sistema di intelligenza artificiale che l’azienda stessa utilizza per migliorare la sua produttività, efficacia ed efficienza. 

Brainyware è la startup italiana che ha messo a punto la soluzione Private AI che viene proposta in modo completo comprendente sia i dispositivi hardware sia i modelli LLM open source e open Weight (che sono quelli che non condividono il dataset di addestramento ma rendono accessibili le informazioni relative alle modalità di ragionamento del modello) come spiega Alberto Adorini, CEO e co-fondatore della startup che ha sede a Milano e Udine (nella foto) : “alle componenti hardware e LLM aggiungiamo il nostro software che consente di assimilare il dataset aziendale sul quale poi vengono costruiti i diversi casi d’uso che servono all’azienda a seconda delle sue esigenze di business”.

Brainyware ha un duplice approccio al mercato e quindi alla implementazione delle sue soluzioni che richiedono un altissimo livello di personalizzazione per ogni singolo utente: “abbiamo la strategia di mercato che si sviluppa in collaborazione con i system integrator (recentemente la startup ha annunciato di avere avviato la collaborazione con Mediatica Digital, FG Automazioni, The Woice, Dune Tech Companies e il Gruppo Seac, ndr) e poi abbiamo quella dell’approccio diretto con soluzioni standardizzate pensate per le imprese più piccole come per esempio gli studi commerciali che utilizzano il nostro sistema per applicazioni specifiche come, per esempio, l’analisi dei bilanci”.

I vantaggi del Private AI differentemente da quanto accade con gli LLM generalisti, risiedono nel fatto che i dati di partenza sono corretti e verificati nella loro completezza in quanto sono i dati aziendali, nella certezza che, come conseguenza della validità dei dati, le risposte siano sempre coerenti, quindi a domanda uguale corrisponde risposta sempre uguale, e, non ultimo, il fatto che le risposte generate rispettano le modalità di formattazione richieste, quindi il documento finale è già pronto per essere impiegato nel processo di business. 

“Con l’approccio diretto lavoriamo oggi con commercialisti, studi legali, consulenti che possono acquistare il nostro hardware compatto che è stato realizzato anche con elementi di design per potere essere tranquillamente tenuto sulla scrivania, mentre con l’approccio indiretto in collaborazione con gli integratori di sistemi ci rivolgiamo ad aziende che hanno un giro d’affari da 15 milioni di euro in su e che necessitano di soluzioni altamente specifiche e personalizzate che son inoltre capace di crescere, cosa che la nostra piattaforma è in grado di fare in modo parallelo nel momento in cui serve una maggiore capacità computazionale”.

Oggi Brainyware vende le sue soluzioni solo sul mercato italiano ma ha già in preparazione il piano i espansione in altri mercati europei: “le nostre soluzioni hanno un costo compreso tra circa 10mila e 15mila euro per le piccole imprese che sale a circa 30-40mila euro per quelle di maggiori dimensioni, si tratta di licenze annuali perché è il modello più efficace, ci sono anche alcune aziende che hanno scelto di comprare il sistema pagandolo circa 100mila euro ma si tratta di circostanze particolari come quelle per esempio legate al fatto che tali aziende hanno vinto alcuni bandi specifici che gli consentono di fare questo tipo di investimenti”. 

Brainyware è nata ad agosto del 2023, impiega oggi circa 15 persone di cui una decina che si occupano degli aspetti tecnici che risiedono a Udine e cinque che sono a Milano e si occupano delle attività commerciali che sono partite effettivamente alla fine del 2024 e hanno conquistato fino a oggi circa 30 clienti per un valore degli ordini che lo scorso anno ha toccato i 600mila euro e che, secondo le previsioni del CEO arriveranno a un milione di euro nel 2025. “La startup ha raccolto fino a ora poco più di 1,3 milioni di euro in round pre-seed con la partecipazione di Seac e Fabrick che hanno investito rispettivamente 700mila e 100mila euro , mentre il resto è arrivato da business angel con una valutazione post money di 5 milioni di euro. Al momento non puntiamo a round di investimento equity ma guardiamo più a finanziamenti tipo grant che sono in linea con il nostro posizionamento, ciò anche sapendo che il nostro business è in crescita perché i nostri clienti sono in grado di stimare non solo il costo ma anche il ritorno dell’investimento nelle nostre soluzioni in modo preciso perché si traduce in termini molto evidenti di efficienza e produttività con nu risparmio che è effettivamente superiore rispetto all’investimento che si manifesta sia grazie alle applicazioni attive fino dal primo giorno di operatività sia grazie a quelle che le aziende sviluppano nel tempo per sfruttare al meglio le potenzialità delle nostre soluzioni”. 

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